Descrizione dell'attrazione
San Cataldo è una delle chiese più antiche di Palermo, notevolmente simile alla moschea orientale. Situato in Piazza Bellini, nei pressi del tempio della Martorana, è un monumento di architettura arabo-normanna, che unisce caratteristiche bizantine e arabe.
La chiesa dedicata a San Cataldo fu costruita nel XII secolo su iniziativa di Mayo da Bari, ministro del re siciliano Guglielmo I il Malvagio. In origine era il tempio personale di Mayo e sorgeva sul terreno del suo palazzo. Tuttavia, dopo la morte del ministro, tutti i suoi beni furono venduti al conte Silvestro Marsico, il cui figlio nel 1175, a sua volta, vendette il complesso del palazzo al re Guglielmo II il Buono. Sette anni dopo il palazzo, insieme alla chiesa, divenne proprietà del Monastero di Monreale.
Per cinquecento anni San Cataldo fu in possesso degli arcivescovi di Montreal - in quegli anni fu costruito un piccolo cimitero accanto alla chiesa parrocchiale. Il Palazzo Mayo fu prima utilizzato dai monaci come ospedale, e poi ospitò la residenza degli arcivescovi. Nel 1625 e nel 1679 furono eseguiti importanti lavori di restauro. E nel 1620 la parte sud-orientale del palazzo fu venduta al Senato di Palermo, dopodiché si trasformò nell'attuale Palazzo Pretorio.
Alla fine del XVIII secolo, il Palazzo Mayo e la Chiesa di San Cataldo furono acquistati dall'Arcivescovado dal re Ferdinando II, che consegnò la chiesa all'arcivescovo di Palermo, e ordinò un ufficio postale nel palazzo. Solo cento anni dopo, il palazzo fu demolito e la collina su cui sorgeva fu scavata fino alle fondamenta. Grazie a questo evento, la Chiesa di San Cataldo, precedentemente nascosta da tutti i lati da vari edifici, si è rivelata aperta agli occhi del pubblico. Al suo interno furono eseguiti importanti lavori di restauro, a seguito dei quali la chiesa acquisì il suo aspetto originario. Nel 1937 divenne proprietà dell'Ordine di Malta.
L'architettura della chiesa è piuttosto insolita: si tratta di un parallelepipedo con tre cupole emisferiche. Strutture simili possono essere viste nella regione italiana della Puglia e nel Nord Africa. Anche un normale turista capisce che qui c'è una netta influenza araba. Tre facciate della chiesa sono ornate da finte arcate, e solo la facciata meridionale, un tempo attigua al palazzo, è priva di decorazioni. Sul tetto si possono vedere tipiche sculture arabe. Della decorazione interna sono sopravvissuti solo l'altare e il pavimento intarsiato, risalenti al XII secolo. E su una delle pareti vi è un epitaffio in onore di Matilde, figlia del conte Silvestro Marsico, morta in tenera età.