Descrizione dell'attrazione
Santa Maria dello Spasimo è una fatiscente chiesa conventuale a Palermo, dove un tempo si vedeva il dipinto di Raffaello “La Via Crucis” (noto anche come “Spasimo siciliano” per la sua posizione). La tela raffigurante la caduta di Gesù sotto il peso della croce fu acquistata appositamente per questa chiesa nel 1520. Successivamente il dipinto rimase a lungo di proprietà privata, fino a quando il viceré di Sicilia Ferdinando d'Ayala lo acquistò e lo donò al re di Spagna Filippo V. Oggi, la creazione del grande Raffaello è visibile al Museo del Prado a Madrid.
La storia della costruzione della Chiesa di Santa Maria dello Spasimo risale al 1506, quando il locale avvocato Giacomo Basilico donò ai monaci del monastero di Monte Oliveto un appezzamento di terreno nel palermitano della Kalsa a condizione che un tempio in su di essa sarebbe eretto l'onore della Madre di Dio sofferente. La costruzione iniziò nel 1509, ma non fu mai completata. In quel periodo gli abitanti della città, a causa della minaccia di un attacco da parte delle truppe turche, iniziarono a restaurare e rafforzare le mura difensive, in particolare nel 1537 fu posato un fossato difensivo sul territorio della chiesa in costruzione.
E 30 anni dopo, il comune di Palermo acquistò questa terra per esigenze militari, ei monaci furono costretti a lasciare il monastero incompiuto. Tuttavia, i piani dell'amministrazione cittadina non erano destinati a realizzarsi e dal 1582 la chiesa iniziò ad essere utilizzata per rappresentazioni pubbliche. All'interno fu poi sistemata un'infermeria - nel XVII secolo infuriò un'epidemia a Palermo. E anche più tardi, all'interno delle mura della chiesa incompiuta, si trovava un magazzino. A metà del XVIII secolo le volte della navata centrale di Santa Maria dello Spasimo crollarono e non furono mai più ricostruite. Per quasi centocinquanta anni - dal 1855 al 1985 - la chiesa fu utilizzata come ospedale e ricovero per i poveri. E oggi è una sorta di centro culturale, che ospita mostre, spettacoli musicali e teatrali.