Descrizione dell'attrazione
La fortezza Maschio Angioino, altrimenti chiamata Castel Nuovo (Castel Nuovo), si erge sulla costa del Golfo di Napoli, fungendo da simbolo caratteristico della città per i viaggiatori che arrivano dal mare. A forma di trapezio irregolare in pianta, è posto su alte scarpate e rinforzato lungo il perimetro con alte torri dentate. La fortezza ricevette il nome non ufficiale Maskio Angioino ("sposo angioino") in onore di Carlo I d'Angiò, che la eresse nel 1279-1282. Successivamente, sotto Alfonso I d'Aragona, nel 1443-1453. fu quasi completamente ricostruito da maestranze toscane e catalane.
Le tre torri della facciata principale hanno i seguenti nomi: Georgievskaya, Srednaya e Sentry. Tra le ultime due torri si trova il famoso Arco di Trionfo, uno dei brillanti esempi di architettura rinascimentale, in questo caso seguendo l'antica tradizione artistica romana. L'arco fu eretto in onore dell'ascesa al trono di Alfonso I a Napoli e si compone di più ordini. Il livello inferiore è decorato con colonne corinzie e un bassorilievo "Alphonse e il suo seguito"; il secondo - dal fregio "Ingresso trionfale di Alfonso a Napoli". La terza è anch'essa dotata di un arco con colonne ioniche, e la quarta ha quattro nicchie con statue allegoriche: Temperanza, Forza, Giustizia e Misericordia. La composizione è coronata da un frontone semicircolare con allegorie di due fiumi e, sopra di esso, una statua dell'Arcangelo Michele, patrono dei sovrani cristiani - guerrieri. A questo arco lavorarono alcuni notevoli artisti: Francesco Laurana, Domenico Gagini, Isaia de Pisa e Pietro di Martino.
Dietro l'Arco di Trionfo si apre un ampio cortile, dal quale si accede alla Sala dei Baroni, dove si svolgono le riunioni del consiglio comunale, nonché alle cappelle e ai sotterranei della fortezza. Nella Sala dei Baroni, Ferdinando I d'Aragona trattò brutalmente gli istigatori della rivolta baronale del 1486, motivo per cui questa sala prese il nome.
Il castello fu residenza delle corti angioine e aragonesi; tra i suoi eminenti abitanti vi furono Papa Celestino V, Giotto, Petrarca, Boccaccio, Carlo V e altri. Nel XVI - XVIII secolo il castello fu ricostruito più volte, e all'inizio del XX secolo, a seguito di restauri, le fu restituito l'aspetto del XV secolo.