Descrizione dell'attrazione
Capo Kaliakra si trova in Bulgaria, a sud-est dell'altopiano di Dobrudzha, 50 chilometri a nord-est di Varna e 12 chilometri a est di Kavarna. Le fortezze furono costruite qui dal IV secolo aC, poi furono ricostruite più volte dai romani e dai bizantini. Nel XIV secolo, i boiardi bulgari costruirono qui una potente fortezza Klaserka, le cui rovine sono oggi visibili.
Kaliakra, che sporge di due chilometri nel mare, è stata tradizionalmente un paradiso meteorologico per le navi. La costa del promontorio è una scogliera (scogliera a picco) con un'altezza di circa settanta metri. Il nome stesso - Kaliakra - ha una natura greca e può essere tradotto come "bel mantello" o "gentile mantello".
Ci sono grotte a Capo Kaliakra, una delle quali ospita il Museo Storico e Archeologico, che espone vari reperti del III secolo a. C. al XVII secolo d. C.
Nel 1861 qui fu costruito un faro, successivamente, nel 1901, fu eretto un altro faro cilindrico di dieci metri, che è ancora funzionante. Ci sono anche diversi mulini a vento sul promontorio.
Nel 2006, a Capo Kaliakra è stato inaugurato un monumento al grande ammiraglio russo Fyodor Ushakov. Nel 2011 è stato aperto il complesso architettonico e commemorativo "Naval Glory of Russia", dedicato al 220 ° anniversario della vittoria dell'ammiraglio Fyodor Ushakov sulla flotta dell'Impero ottomano. Accanto al monumento furono installate sette colonne con 18 campane, secondo il numero di navi da guerra russe uccise nelle battaglie durante quella guerra con i turchi sul Mar Nero. Ogni campana è inciso con il nome di una nave da combattimento.
Tra i bulgari, ci sono diverse leggende in cui appare Kaliakra. Una di esse racconta la storia di quaranta ragazze che, per sfuggire alla schiavitù e all'esecuzione ottomana, si legarono le trecce e da qui si gettarono nel Mar Nero (in una delle piccole baie c'è persino un obelisco chiamato "La Porta dei Quaranta Fanciulle", eretto in onore delle ragazze morte). Un'altra leggenda è collegata al nome di Lisimaco, il successore di Alessandro Magno, che, avendo preso possesso del tesoro, cercò di nascondersi al promontorio, ma affondò insieme alla sua flotta durante una tempesta.