Descrizione dell'attrazione
Santa Maria della Croce è un'antica chiesa cattolica nella città di Crema nella regione italiana della Lombardia. Fu costruito a circa un chilometro dal centro cittadino e un tempo si trovava fuori dalle mura medievali di Crema, sulla strada per Bergamo. Secondo la leggenda, proprio in questo luogo accadde un miracolo ad una residente della città, una certa Katerina degli Uberti. Nel 1489 fu ferita a morte dal proprio marito in un bosco vicino, ma, non volendo morire senza la santa comunione, pregò l'aiuto della Vergine Maria. Dicono che la Vergine Maria sia apparsa a Katherine e lei, dopo aver ricevuto il sacramento e aver perdonato suo marito, sia morta. In futuro, i miracoli sono avvenuti più di una volta in questo luogo e, alla fine, si è deciso di costruire qui un tempio.
I lavori per la costruzione della chiesa furono affidati all'architetto lodigiano Giovanni Battajo, allievo del Bramante (fu anche autore del tempio tondo dell'Inkoronata a Lodi). Tuttavia, nel 1500, Battaggio fu sostituito da Giovanni Montanaro. Nel 1514 la costruzione fu interrotta, poiché le truppe nemiche assediarono Crema. Alla fine del XVII secolo Santa Maria della Croce divenne proprietà dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, che nel 1706 avviò la costruzione dell'adiacente monastero. Pochi anni dopo fu costruito il campanile, ma cento anni dopo, nel 1810, l'Ordine dei Carmelitani fu costretto a lasciare Crema, occupata dalle truppe napoleoniche. E nel secolo scorso, nel 1958, la chiesa ricevette lo status di basilica minore.
Battaggio progettò la chiesa a croce latina con una parte centrale alta circa 35 metri e quattro corpi adiacenti alti 15 metri. Si richiama l'attenzione sulla galleria con finestre a volta, lesene, tripli archi con parapetti decorativi e colonnine. Sul lato ovest, coperto di tegole, si trovano cappelle ottagonali e l'ingresso principale della chiesa. All'interno si possono ammirare il trono del Duomo della città, decorato con lapislazzuli, la pala d'altare di Benedetto Rusconi, le statue di Agostino de Fondulis, i ricchi stucchi di Giovanni Battista Castello, i dipinti del Campi, dell'Urbino, di Diana, del Grandi e di altri maestri.